Il tempo sembra essersi fermato a qualche decennio fa. Carri trainati da buoi affaticati, attraversano l’isola su strade sterrate, portando a destinazione i turisti. L’uso diffuso di biciclette e le poche autovetture in giro, sono la manifestazione di una visione del progresso in bianco e nero, che si colora del turchese del mare, del verde intenso della vegetazione, del grigio-rosa delle rocce di granito che circondano l’isola. Come in un racconto di Conrad, il porticciolo di La Passe a La Digue si anima all’arrivo di ogni traghetto, per tornare indolente appena gli ultimi turisti si sono allontanati: destinazione preferita Ance Source D’argent. Una spettacolare spiaggia incorniciata da stravaganti, quanto naturali, sculture in granito, che creano delle piscine naturali, dove i riflessi del sole nell’acqua tiepida, assumono tutte le tonalità di blu e di verde.
Se le Seychelles sono il luogo dove comincia il paradiso, La Digue è il cielo di Venere, dove Dante colloca le anime di coloro che amarono.