Mi ha sempre fatto sorridere la scena del film “Non ci resta che piangere” in cui Troisi e Benigni incontrano Leonardo da Vinci: un simpatico omone dall’espressione assente che non ha nulla a che vedere con il Genio Universale che ha inventato cose in ogni campo del sapere umano del suo tempo.
Quando pensi a Leonardo da Vinci, non pensi che Vinci esista davvero. Parti per scoprire dove è nata una delle menti più straordinarie di tutti i tempi e scopri un borgo delizioso immerso in una verdissima campagna di uliveti e vigneti, dove l’aria profuma d’autunno anche d’estate. In cima c’è il Castello dei Conti Guidi che ospita la parte del Museo Leonardiano dedicata all’architettura e all’ingegneria civile, alle macchine da guerra e per provare a volare. C’è una sala dedicata all’ottica fisica, che Leonardo studiava per capire la prospettiva nella raffigurazione delle immagini tridimensionali ed una dedicata alla navigazione fluviale. Sono esposti numerosi modelli corredati da video che mostrano il funzionamento delle invenzioni di Leonardo e la sua straordinaria creatività.
Mentre salgo sulla torre del Castello penso a quanto sia incredibile l’opera di Leonardo ed involontariamente al sorriso della Gioconda. Sorrido anch’io per l’idea di poter viaggiare nel tempo e trovarmi al fianco della Monna Lisa in posa, per chiederle che tipo fosse il mitico Leonardo da Vinci. Anche il panorama che mi si presenta davanti, in cima alla torre, mi sembra disegnato da lui. Le colline del Montalbano ed il classico borgo toscano descritto nei dettagli in modo maniacale, senza stupirmi nel vedere antenne sui tetti e minuscole automobili in lontananza. A Vinci l’atmosfera medievale sembra aver resistito nei secoli e la cordialità degli abitanti è tale che mi ritrovo al bar a bere e chiacchierare sulla eccessiva tranquillità del paese e sulla autenticità della casa natale di Leonardo ad Anchiano. Ho lasciato Vinci con la serenità di chi è stato a casa di amici e salutando promette di restare in contatto.