Il senso della vita

Prima di entrare nel tempio Sri Dalada Maligawa, a Kandy in Sri Lanka, ho scattato questa foto (una delle ultime in pellicola): un monaco che legge serenamente appoggiato ad una colonna. Uno scatto rubato, di quelli di cui a volte ci si pente per non aver chiesto il permesso. A distanza di qualche anno, questa foto ha chiarito la sua esistenza.

picsay-1401054888 copyAll’uscita del tempio lo stesso monaco stava parlando con due persone, una turista e la sua guida. Mi sono incuriosito. La signora, un po’ avanti con gli anni, doveva aver chiesto qualche informazione sulla medicina ayurvedica. Il monaco parlava con voce dolce della necessità di mantenere sano il corpo, per poter sviluppare i poteri della mente e dell’anima.
Mentre i ricordi si arrampicano nelle mente, giro la foto: “Mokṣa, la liberazione dal ciclo della vita e della morte”. Sorrido per quella nota, bella abitudine di quando le foto si potevano solo stampare, ma soprattutto per il contenuto. Mi avevano colpito le parole del monaco, tanto da appuntarmele e riportarle dietro la sua foto. Ed ora il messaggio è arrivato a destinazione, senza bottiglia, senza indirizzo, a voler ribadire la necessità di capire il perché.
Il monaco spiegava alla turista che la salute del corpo non è fine a se stessa, ma necessaria per ottenere la salute dell’anima. La vita non è fatta per essere solo vissuta, ma per essere capita. In altre parole non si vive per vivere ma per scoprire il senso del vivere.
Capire cosa ci sono venuto a fare su questo mondo è un viaggio complesso da intraprendere ed impossibile da raccontare: io preparo i bagagli!

Mi piacciono i libri di carta, le magliette con i disegni, le matite ed il vino, quello buono. Leggo, cammino, scrivo.

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