Dopo pochi passi cominci a sentire un odore particolare: non è solo suggestione. Quelle ossa non sono solo ossa. Quei teschi lucidi non sono solo i resti di un tuo antenato, ma la testimonianza di una speranza. Non ci credi, ma guardando quell’enormità di resti umani compostamente ammassata, non puoi fare a meno che cominciare a rispettare quanti, nei decenni passati, se ne sono presi cura, credendoli la rappresentazione delle anime abbandonate del Purgatorio. Si entrava nel Cimitero delle Fontanelle e si lucidava il teschio adottato, pregando che l’anima del defunto potesse trovare pace in Paradiso, con la speranza di ricevere in cambio una grazia o dei numeri da giocare al lotto. Respiri la miseria umana avvicinandoti a quelle ossa. Cerchi di dare un volto a chi è stato lì prima di te e come te, ha cercato il teschio a cui affidare la propria speranza.
Il Cimitero delle Fontanelle del rione Sanità a Napoli è il luogo dove i napoletani di metà secolo scorso, cercavano nei morti la consolazione che nei vivi non riuscivano a trovare. Oggi è ancora il simbolo di una città dove il sacro ed il profano sono due faccie della stessa medaglia e si cerca ancora aiuto alle “anime del Purgatorio”.