Ricordi che perdono colore

Non poteva durare tutta la vita! Ho messo fine alla ricerca di foto e diari di vecchi viaggi di lavoro, persi in un trasloco. Una ricerca durata anni, perché non volevo rassegnarmi all’idea di non avere più immagini e parole di un periodo emozionante della mia vita. Quando i ricordi saranno stinti ed anche il bianco e nero della memoria diventerà tutto grigio non resterà più testimonianza del mio passaggio in quei luoghi.

E se non dovessi più incontrare i compagni di quei viaggi con i quali, anche a distanza di tanti anni, finiamo sempre col ricordare quelle esperienze? E se non ricordassi più niente…?

per sfondo

Se non ricordassi più di aver attraversato il Canale di Panama? Con le chiuse ed i muli-treni che tiravano le navi con dei grossi cavi d’acciaio e di come tutta quella complessa operazione sembrasse solo un gioco per divertire i turisti delle navi da crociera. E da lì fino a Portobelo Patrimonio dell’Unesco passando per la cittadina di Cristóbal della quale ricordo solo la pessima cena.

Se non ricordassi più del Brasile? Di Rio de Janeiro e dell’irresistibile voglia di vivere che si respirava passeggiando per il lungomare. Dei suoni e della varietà infinita di colori che la tinteggiavano sia che ci fosse il sole o che piovesse, e delle donne… Di Buzios, forse troppo signorile, e di Caterina che ci ha guidato per le sue spiagge tranquille dove mi ha fatto bere un succo d’ananas odiato fino ad allora. Per non parlare di Salvador de Bahia il cui centro storico sembrava interamente dipinto a mano tanto da restare incantato per un’ora, prima di cominciare a lavorare.

Ne scrivo qui (ne scriverò ancora) perché ne resti traccia, e se i miei timori dovessero prendere il sopravvento sulla fantasia e diventare reali, qualcuno potrà leggerli per me.
Ringrazio il mio lavoro per avermi dato tutto questo.

Mi piacciono i libri di carta, le magliette con i disegni, le matite ed il vino, quello buono. Leggo, cammino, scrivo.

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