Abbiamo superato paesini di poche case con balconcini pieni di fiori ed i fienili a rastrelliera sul retro, raccolti intorno a chiese con i campanili di pietra. Abbiamo attraversato colline bagnate dal sole che riflettono diverse sfumature di verde, da quello intenso dei boschi, a quello sbiadito dei campi rasati sorvegliati da enormi balle di fieno. Dai finestrini entra un vento mite che porta un profumo di erba tagliata ed infonde un certo benessere che allevia il clima triste di fine viaggio.
Arriviamo al Castello di Predjama: la pietra della fortezza si fonde con la roccia della montagna. Nei pochi minuti che abbiamo, possiamo viverci solo l’esterno e ci incute un certo timore, probabilmente lo stesso provato dai nemici che nei secoli hanno cercato di espugnarlo.
Dopo il viaggio in Slovenia ho imparato a non rimandare alla fine di un viaggio la visita di un posto che voglio vedere a tutti i costi.
Avremmo dovuto attraversare le stanze del castello di Predjama, ascoltarne le leggende, provare ad immaginare la vita che vi conducevano gli abitanti, invece…
L’arrivo di una nuvola ricopre l’intera valle di un’atmosfera glaciale, il segnale che il tempo è scaduto: c’è un aereo che aspetta.
Devo giusto passarci quest’estate…
La Slovenia merita di essere visita in lungo ed in largo… Buon viaggio